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Description
[Italiano]: Prendendo come fonte di partenza la cronaca inedita di Andrea Rubino (Notitia di quanto è occorso in Napoli dal 1648 fino a tutto il 1669) e le numerose descrizioni di cerimonie e apparati decorativi in essa contenute, il volume affronta il problema del controllo dello spazio della città di Napoli negli anni successivi alla rivolta di Masaniello. Il testo analizza la “politica cerimoniale” di cinque viceré - dal conte di Oñate a Pedro Antonio de Aragón - affiancata da quella del governo municipale e del capitolo della cattedrale, e sottolinea i momenti di attrito tra i diversi cerimoniali e la realizzazione polifonica dei principali eventi festivi. Lo studio integra l’analisi di diverse fonti: le cronache, gli avvisi (in particolare quelli conservati a Roma e Modena), le polizze di pagamento degli antichi banchi napoletani, i protocolli notarili, le consulte del Consejo de Italia, i viglietti dei viceré, quadri e incisioni dell’epoca e, ovviamente, le relazioni - manoscritte e a stampa - destinate a trasmettere il discorso della festa. Queste ultime, generalmente considerate come fonte di partenza per lo studio di ogni cerimonia, risultano fortemente ridimensionate dal confronto con una documentazione di carattere meno intenzionale. Il “tributo ossequioso” delle feste diventa dunque parte integrante di una contrattatazione dell’esercizio del potere che acquista la sua visibilità all’interno dello spazio urbano, in cui non solo le grandi cerimonie scenografiche ma anche le semplici feste per le inaugurazioni delle opere pubbliche sono indicate come un’importante occasione per la rappresentazione del consenso. ./[English]: Starting from the unpublished chronicle of Andrea Rubino (Notitia di quanto è occorso in Napoli dal 1648 fino a tutto il 1669) and the numerous descriptions of ceremonies and festivals’ decorations that it describes, the present work deals with the issue of controlling Naples’ urban space in the years following the revolt of Masaniello (1647-1648). The book analyzes the "ceremonial policy" of five viceroys - from the Count of Oñate to Pedro Antonio de Aragón - flanked by that of the municipal government and the cathedral chapter, and highlights some instances of friction between the different ceremonials to show the polyphonic source of the main festive events. The study integrates the analysis of different sources: the chronicles, the gazettes (in particular those preserved in Rome and Modena), the payments of Neapolitan public banks, the notary protocols, the consultations of the Consejo de Italia, the viceroys' viglietti, paintings and engravings and, of course, the festival books - handwritten and printed - intended to convey the discourse of festival. The latter, generally considered as main sources for the study of each ceremony, are properly contextualized by comparing and contrasting them with “less biased” forms of documentation. The "obsequious tribute" offered through the festivals becomes a way for negotiating the exercise of power that acquires its visibility within the urban space, in which not only the great scenic festivals but also the simple ceremonies for the inauguration of public works were an important opportunity for representing consensus.